Parco del Contemporaneo
Percorsi visivi e sonori, conferenze, seminari, incontri pubblici
Forte Marghera
8 Ottobre - 29 Ottobre 2011
Inaugurazione:
9 Novembre ore 18.00
In latino il termine parcus richiama l’idea di un recinto per trattenere e proteggere le cose; la declinazione al femminile, Parca, rinvia invece all’immagine della dea che proteggeva il momento della nascita, nella cui più tarda forma triadica tesse, dipana e interrompe il filo della vita. Fra il recinto che protegge e il filo della vita vi è dunque una contiguità di senso, che si ritrova d’altronde nell’immagine del luogo per eccellenza da cui avviene la separazione dalla condizione originaria, il paradiso. L’idea di parco in qualche modo riverbera tutt’oggi queste stratificazioni di senso come di un luogo che nella sua apparente separatezza, in realtà connette aspetti fondamentali della vita: la cura, la rigenerazione, possibili in particolare nella discrezione di quell’ atteggiamento descritto dall’aggettivo ‘parco’. Che esprime la sobrietà di un’esistenza attenta a ritrovare una propria misura. Un parco è un luogo diradato, un far spazio ad altro che non troverebbe altrimenti posto. Un parco è anche un luogo residuale, sia che si tratti di un classico parco naturale, che merita di essere conservato proprio per il suo carattere di rarità rispetto alla congerie di luoghi ormai antropizzati, sia che si tratti, nelle riflessioni molto più attuali, di una res derelicta, o di una derelict land, cose e luoghi cioè contrassegnati dall’abbandono di funzioni e condizioni precedenti.
La problematica del parco, in particolare in questi ultimi anni, nella sua accezione di luogo pubblico ha avuto un ruolo di grande rilievo nel ridefinire le caratteristiche dello spazio urbano. Non è un caso se in diversi studi e proposte intorno alla nuova destinazione d’uso di quello straordinario luogo sospeso fra la laguna e la terraferma che è Forte Marghera, si è presentata più volte l’ipotesi di una sua riconfigurazione a parco urbano. Un’area di 48 ettari, una fortificazione a forma di stella, con edifici di diversi periodi storici (alcuni ormai in rovina), la cui struttura originaria risale all’occupazione napoleonica e poi asburgica della città di Venezia. La riflessione pubblica attualmente in corso, attraverso il coinvolgimento di molti soggetti, sta immaginando le possibili denominazioni e destinazioni dell’area, passata definitivamente dal demanio militare all’amministrazione locale nel 2008. Fra queste ne è emersa una dal significato non soltanto tutelativo: Parco del Contemporaneo, dove il concetto di parco, proprio perché riguardante un’area la cui componente naturale (ampie macchie verdi, rigeneratesi anche per l’abbandono di specifiche funzioni) è inscindibile dalla presenza antropica. Di fatto si tratta di un possibile parco di margine (edge park) considerando la sua particolarissima posizione geografica fra acqua e terra, grazie alla quale si trova a svolgere una funzione di evidente connessione fra aree urbanisticamente distinte (Mestre e Venezia). Un parco in grado di comunicare una visione complessiva, e una sensibilità diffusa, della odierna vita urbana legata alla contemporaneità nelle sue varie forme: dalla contemplazione della natura alla produzione e fruizione della ricerca artistica, dalle attività del tempo libero all’educazione ambientale. Uno spazio di riflessione, cura e diversa percezione della stessa città che vi è intorno. Un’occasione unica per mettere in relazione visioni ed esperienze in grado di esprimere un nuovo senso di ciò che può essere considerato oggi uno spazio per eccellenza della vita collettiva.
(Riccardo Caldura)