Omaggio a Gabriele Basilico

Rethinking mestre

Centro Culturale Candiani - Sala Paolo Costantini
13 Aprile - 5 Maggio 2013

Inaugurazione:
2 aprile ore 18.00

OPEN GALLERY

Dal 12 aprile al 5 maggio 2013 alla Sala Paolo Costantini del Centro Culturale Candiani viene proposto un ampio omaggio a Gabriele Basilico, scomparso il 13 febbraio 2013 a Milano, dove era nato nel 1944. Gabriele Basilico è stato uno dei più grandi fotografi a livello internazionale, un interprete ineguagliabile della città contemporanea e delle sue contraddizioni. E ha reiteratamente lavorato a Venezia, non solo esponendo in numerose Biennali sia di arti visive che di architettura, ma anche sul suo territorio, in particolare la terraferma, più volte oggetto di accurate campagne fotografiche.

Nel 1996 in occasione della mostra curata da Stefano Boeri “Sezioni del paesaggio Italiano” (VI Biennale di architettura), ha preso in esame l’asse stradale che va da Venezia-Mestre a Treviso; nel 1997 si è concentrato sulla prima zona industriale, invitato da Paolo Costantini a partecipare alla collettiva “Venezia-Marghera. Fotografia e trasformazioni della città contemporanea”, e nel 2001 invitato da Riccardo Caldura a prendere parte alla collettiva d’arte contemporanea “TerraFerma” con cui si è aperto il Centro Culturale Candiani di Mestre, allora presentando una serie di una quindicina di fotografie in formato 30x40, basata su una settantina di scatti eseguiti in tre giorni di lavoro. Alla fine del 2007 in occasione delle manifestazioni di Mestre Novecento, alla Galleria Contemporaneo è stata organizzata una personale di Gabriele Basilico, progettata insieme a lui, che riprendeva i lavori del 1996 e del 2001 presentandoli in una nuova serie di stampe fotografiche, comprendente 43 immagini. Per la mostra al Candiani tutti questi lavori vengono ripresentati insieme alla serie dedicata a Venezia-Marghera, e ad una decina di immagini della sequenza di “Mestre 2001” esposta in occasione dell’apertura del Centro Candiani e mai più vista successivamente. Rivedere queste straordinarie fotografie significa non solo ricordare uno degli artisti più influenti e sensibili degli ultimi decenni, ma riprendere in mano una riflessione sul carattere della città di terraferma.

Basilico avrebbe voluto aggiornare la sua mappatura con una nuova campagna fotografica che fosse in grado di restituire anche le ultime trasformazioni urbane. Non è stato purtroppo possibile, ma nondimeno riconsiderare e ripensare cosa sia diventata Mestre e cosa possa diventare è un compito che continua a competerci. Magari con quello sguardo “liberato da moralismi, da ideologie, dall’incubo latente del pregiudizio” con cui Gabriele Basilico ci ha educato a guardare la città anche nei suoi lati meno evidenti, invitandoci ad un dialogo non distratto con i luoghi dove viviamo.