Future landscape 2
A changing exhibition
Forte Marghera, Pad 36
20 Luglio - 31 Agosto 2012
Inaugurazione:
20 Luglio ore 18.00
Una mostra in due fasi, una integrazione e specificazione sul medesimo tema a segnalarne l’ampiezza, la complessità. Un nucleo di opere che restano, altre che si spostano in un’altra sede espositiva, sulle Alpi; nuove opere che arrivano. Come un giardino anche un’esposizione può mutare, trasformarsi seguendo lo stesso tema che la motiva. La condizione del paesaggio non è la staticità, ma il cambiamento nel continuo equilibrio e disequilibrio, fra azione naturale e azione umana. Le visioni dell’arte cercano questo bilanciamento che tiene vicini l’apparente anonimia della realtà esistente e la visione di un futuro prossimo. Come un visitatore che ritorna in luoghi che crede già di conoscere, e si rende conto invece come sia proprio la loro apparente riconoscibilità e quotidianità a rivelare aspetti non ovvi, e in qualche modo inquietanti. La terra si è alzata di alcuni centimetri in certe zone della pianura padana, le tecnologie ci permetteranno di vivere forse in una nuova condizione, appoggiati al suolo solo delicatamente. Parlare di paesaggio implica una sorta di aggiornamento incessante; per questo una mostra dedicata a tale tema non può che seguirne la modificazione. Alla prima fase di Future Landscape hanno preso parte opere di Bruno Estevan, Cristian Chironi, Marco Citron, Roberta Franchetto, Antonio Guiotto, Dacia Manto, Tiziano Martini, Andreea Werner, Jonathan Vivacqua, Studiomobile, molte delle quali verranno nuovamente esposte a Taibon Agordino per Dolomiti Contemporanee dal 4 agosto.
Alla seconda fase di Future Landscape a Forte Marghera prenderanno parte paesaggi di grandi dimensioni disegnati a matita con una perizia che li fa sembrare delle fotografie (Serse, Italia); scene urbane dipinte con lo spray da una coppia di artisti writers fra i più importanti in italia (Cuoghi Corsello, Italia), l’ambiente devastato dall’estrazione del petrolio nel sud dell’Albania (Eltjon Valle, Albania), gli incubi edilizi dei falansteri giganteschi nelle periferie urbane (Dritan Hyska, Albania). Opere, queste, già presenti nella prima fase e che conviveranno, dal 20 luglio al 31 agosto, con le nuove proposte: paesaggi sospesi in una psichedelica visione onirica (Bianco-Valente, Italia), la residuale luminosità di foreste notturne (Michal Martychowiec, Polonia), la narrazione della Terra come un organismo vivente osservata mentre la si sorvola (Italo Zuffi, Italia), l’inquietante ‘normalità’ della vita quotidiana in un paese emiliano poco prima del terremoto (Kai Uwe Schulte-Bunert, Germania), la potenza attrattiva del vuoto (Mario Sillani Djerrahian, Armenia-Italia), la dimensione temporale e soggettiva necessaria per riflettere e riflettersi (Anita Sieff, Italia).
Nutrita anche la presenza di opere che oscillano fra l’arte, lo spazio, l’architettura mettendo in gioco il riciclo di materiali comuni per elaborare nuovi circuiti fra funzionalità e disfunzionalità (Alex Bellan, Italia), il riadattamento di materiali per una nuova modalità dell’abitare futuribile (Aristide Antonas, Grecia), la sospensione e l’esilità del costruire a contatto con gli elementi naturali (Loris Cecchini, Italia), la precarietà di un angolo di baraccopoli su qui batte la pioggia (Roberto De Pol, Italia), una visione che da un garage si spalanca sul mare aperto (Giovanni Ozzola, Italia). Completano l’esposizione artisti della prima fase che rinnoveranno la loro presenza, con altre ibridazioni fra artista/performer e paesaggio (Giovanni Morbin, Italia) e algide registrazioni nella quali cieli infiniti si specchiano su supporti tecnologici high tech (Pavel Mrkus, Repubblica Ceca), il germogliare di vegetazione su rappresentazioni geografiche (Paolo Parisi, Italia).
Artisti in mostra (20 luglio– 31 agosto):
Cuoghi Corsello, Dritan Hyska, Giovanni Morbin, Pavel Mrkus, Serse, Eltjon Valle, Bianco-Valente, Michal Martychowiec, Italo Zuffi, Kai Uwe Schulte-Bunert, Mario Sillani Djerrahian, Anita Sieff, Alex Bellan, Aristide Antonas, Loris Cecchini, Roberto De Pol, Giovanni Ozzola, Paolo Parisi.
A cura di Riccardo Caldura con la collaborazione di:
Gianluca D’inca Levis, Guido Molinari e Paolo Toffoluti.
Partner del progetto: Regione del Veneto.
Patrocinio: Comune di Venezia Assessorato all’Ambiente e alla Città sostenibile.
Co-organizzazione: Marco Polo System geie.