Isola Mondo

Torre Massimilana – Isola di Sant’Erasmo
6 Giugno - 25 Ottobre 2009

Artisti partecipanti: Claudio Ambrosini, Michele Bazzana, Primoz Bizjak, Emilio Fantin, Interno3, Maria Morganti, Margherita Morgantin, Michele Sambin, Maria Teresa Sartori, Serse, Nicola Toffolini, Luigi Viola. A cura di Riccardo Caldura.

Isola Mondo richiama volutamente la particolarità del luogo in cui la mostra viene realizzata, cioè un’isola conosciuta da pochi, di grande bellezza e immersa nel paesaggio lagunare, estesa quanto la città storica. Però l’idea di isola rinvia anche alla dimensione più propria dell’opera d’arte. L’opera si costituisce infatti come un tutto compiuto e raccolto in se stesso, ma è volta sempre alla comunicazione con il mondo. L’opera/isola diventa così un elemento di concentrazione e attrazione in grado però di irradiarsi verso l’esterno.

Si è privilegiato un progetto espositivo attento alla sperimentazione dei diversi linguaggi visivi (video, installazione ambientale, pittura, disegno, fotografia, performance), considerando come tali linguaggi costituiscano una delle caratteristiche salienti della ricerca sviluppatasi in città e nell’area nordestina (anche grazie alla ricerca di Emilio Vedova, esposto alla Torre nel 2007) e indichino inequivocabilmente la capacità di confronto fra quello che è maturato e viene tuttora maturando in loco, con quel che avviene in ambito artistico avviene a livello internazionale.

Isola Mondo costruisce una delle quattro stazioni espositive del progetto “Krossing”, evento collaterale della 53esima Esposizione Internazionale d’Arte, progetto basato, per la prima volta, sulla collaborazione fra diverse istituzioni e spazi pubblici del Comune di Venezia, mettendo in ideale connessione alcuni luoghi meno noti al grande pubblico del complesso territorio del comune veneziano (Galleria Contemporaneo di Mestre, Forte Marghera, Sala San Leonardo).

Brevi schede individuali.

Claudio Ambrosini (Venezia, 1948). Leone d’oro alla Biennale Musica 2007, ha fin dai primissimi anni ’70 sperimentato diverse soluzioni fra performance, video, fotografia e installazione ambientale nello loro interazione con la musica. In particolare i suoi ‘spartiti visivi’ evidenziano la qualità grafica delle sue trascrizioni dell’evento musicale. E’ uno dei più noti compositori contemporanei con moltissime esecuzioni delle sue opere in Italia e all’estero

Michele Bazzana (San Vito al Tagliamento, 1979). Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, rappresenta una delle figure più interessanti dell’ultima generazioni per il suo lavoro che spazia dal disegno all’installazione, quest’ultima con esiti sorprendenti per originalità. Come d’altronde è stato riconosciuto dal Centro d’arte Contemporaneo di Villa Manin che gli ha dedicato una personale nello Spazio Fvg (2007), dal GC AC di Monfalcone (personale nel 2008) e dallo Spazio A di Pistoia (personale 2009).

Primoz Bizjak (Sempeter pri Gorica, 1976). Studi a Madrid (dove vive e lavora) e Venezia, è uno dei più noti fotografi sloveni, con mostre nel suo paese, in Italia e all’estero. A Venezia ha lavorato reiteratamente negli ultimi anni sia nel centro storico (straordinarie le sue immagini dei cantieri per l’escavo dei rii), sia nell’entroterra a Forte Marghera (personale al Centro Candiani nel 2006) che nella cintura delle fortificazioni militari nella laguna di Venezia.

Emilio Fantin (Vittorio Veneto, 1954). Artista il cui lavoro si concentra sulla relazione con il pubblico e il contesto nel quale opera, fra i suoi progetti di ‘arte pubblica’ va almeno ricordato il “Progetto Oreste” per la 48.a Biennale di Arti Visive. Si esprime con la performance (individuale e di gruppo) con la fotografia, il video, l’installazione sonora e ambientale. Tiene regolarmente.

Interno 3 - Il sodalizio formato da Manuel Frara (Treviso, 1972) e Laura Riolfatto (Padova, 1973) è attivo dal 1996 nell’ambito della sperimentazione video e della sperimentazione sonora, con una particolare attenzione agli aspetti low tech, e al glitch prodotto da un casuale malfunzionamento dei dispositivi che diventa occasione per una esplorazione sui limiti e le potenzialità della tecnologia stessa.  Fra le loro esposizioni vanno almeno ricordate le personali a New York nel 2007 (DIVA Art Fair) e nel gennaio 2009 all’Hannah Maclure Centre di Dundee (Scozia).

Maria Morganti (Milano, 1965). L’esperienza del colore è ciò su cui ci concentra l’originale percorso della Morganti. Un’esperienza attenta alla grande lezione concettuale e minimalista della pittura in particolare quella americana (l’artista ha conseguito il master in Fine Arts alla New York University), ma che sente allo stesso tempo il colore come una vibrazione esistenzialmente intensa, in grado di recepire la tonalità del momento in cui viene dipinta la tela, o viene trattata la superficie della carta. Fra le mostre recenti vanno ricordate almeno, per quel che riguarda la sola Venezia, la personale alla Fondazione Querini Stampalia (2008) e la personale alla Fondazione Bevilacqua La Masa (2006).

Margherita Morgantin (Venezia, 1971). Sono diversi i mezzi espressivi a cui ricorre l’artista originaria di Venezia e che vive e lavora a Milano: dalla performance al video (per cui è nota internazionalmente), dal disegno alla fotografia e all’installazione. La sua ricerca parte dall’osservazione e dalla descrizione di cose o situazioni concrete, per aprirle ad una condizione ulteriore. Osservare e immaginare diventano due momenti che nel suo lavoro convivono senza soluzioni di continuità: così come nei suoi video il disegno può comparire sovrapposto al filmato sottolineandone la valenza metaforica. Intensa l’attività espositiva sia in Italia che all’estero.

Michele Sambin (Padova, 1952). Multitalento di formazione veneziana, dovuta agli studi svolti  presso l’UIA creata nel 1970 da Giuseppe Mazzariol, si esprime in diversi ambiti artistici (musica, performance, illustrazione, pittura, video) e ha creato un proprio linguaggio in cui questi diversi aspetti confluiscono in una rappresentazione teatrale di grande originalità. Ha fondato nel 1980, e dirige da allora, uno dei più noti spazi teatrali per la sperimentazione del Veneto: il TAM di Padova.

Maria Teresa Sartori (Venezia, 1961). Il suo lavoro si concentra sul linguaggio video, per cui è una delle artiste più riconosciute a livello nazionale; considera il mezzo come uno strumento analitico di osservazione e descrizione della realtà. Non è dunque un caso se il suo approccio, e così anche i contenuti del suo lavoro, presti molta attenzione al rapporto fra arte e scienza. Negli ultimissimi lavori il video diventa uno strumento per osservare la reazioni (anche involontarie) fra le persone di fronte a compiti determinati. E non di meno l’installazione sonora (come nella mostra alla Fondazione Querini Stampalia) diventa uno strumento efficacissimo per concentrarsi su ciò che del linguaggio umano esorbita dal solo significato.

Serse (San Polo di Piave, 1952). L’artista che vive e lavora a Trieste è uno dei tre italiani inclusi nell’importantissimo volume internazionale “Vitamin D. New Perspectives in Drawing” editato dalla Phaidon Press a Londra nel 2005 e dedicato esclusivamente al disegno. I suoi lavori esposti in gallerie e musei sia americani che europei, e regolarmente presenti alle grandi fiere d’arte, sono basati esclusivamente sull’uso della grafite su carta. Le sue serie di paesaggi di acque e di cieli sono alcuni degli esempi più convincenti del sublime contemporaneo.

Nicola Toffolini (Udine, 1975) La sua ricerca che include molteplici strumenti espressivi si concentra sulla relazione fra naturale e artificiale. Così i suoi lavori assumono un aspetto analitico, una tonalità da laboratorio scientifico dove si vengono sperimentano nuove forme ibride, nuove modalità di crescita dovute all’interazione fra la natura e una tecnologia vocata all’esplorazione, via ‘biologica’, dell’immaginario. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia è una delle presenze più rilevanti e innovative del panorama artistico attuale.

Luigi Viola (Feltre, 1949). Video artista e performer (con partecipazione ad alcuni dei più rilevanti appuntamenti espositivi fra gli anni ’70 e ’80), con una lunga frequentazione della Galleria del Cavallino diretta da Paolo Cardazzo, è sempre rimasto legato alla dimensione della scrittura, e dunque ad un nucleo intensamente poetico di riflessione sull’immagine. Dimensione questa che si ritrova anche nei lavori degli anni successivi, in particolare nei video e nella elaborazione fotografica. E’ docente di all’Accademia di Belle Arti di Venezia.